Anoressia, perdita del corpo reale
Articolo pubblicato il giorno 29 giugno 2012 su CorriereUniv.it
Sguardo allocentrico sull’anoressia nervosa:
un nuovo contributo di ricerca sull’alterazione dell’immagine del corpo nell’anoressia
Una recente ricerca condotta da Giuseppe Riva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e da Santino Gaudio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma introduce una nuova prospettiva per la lettura e per il trattamento dell’anoressia.
Nel loro studio, “Allocentric lock in anorexia nervosa: New evidences from neuroimaging” pubblicato sulla rivista Medical Hypotheses ad Aprile di quest’anno, ci offrono una chiave inedita per decifrare uno degli aspetti più caratteristici della sintomatologia anoressica: la percezione alterata dell’immagine del proprio corpo.
Secondo i due ricercatori, “L’anoressia nervosa può essere l’esito di un disturbo primario nel modo in cui il corpo è esperito e ricordato“. La percezione si caratterizza per due versanti: quello egocentrico, in cui è il corpo dell’osservatore il punto di riferimento centrale della rappresentazione, e quello allocentrico, in cui invece il punto di riferimento centrale è esterno all’osservatore e non muta con gli spostamenti del soggetto.
Nell’anoressia nervosa assistiamo, è questa l’ipotesi, ad una rappresentazione allocentrica negativa del proprio corpo, in cui l’esperienza spaziale di esso è processata in modo alterato, producendo una rappresentazione distorta dell’immagine del corpo.
Gli autori fondano questa ipotesi a partire dagli esiti di una loro ricerca che individua, attraverso tecniche neuroimaging, alterazioni nelle aree cerebrali (precuneus e lobo parietale inferiore) preposte alla rappresentazione dell’immagine del corpo. Gli autori propongono proprio per queste ragioni di integrare, nel trattamento specifico dell’alterazione dell’immagine corporea nei disturbi alimentari, l’impiego della realtà virtuale come tecnica che può indurre un riarrangiamento sensoriale controllato che facilita un funzionamento più adeguato della rappresentazione allocentrica del corpo.
Dalla prospettiva psicoterapica a orientamento dinamico-analitico questa ricerca ci sembra interessante. Essa infatti offre un ulteriore sostegno alla tesi clinica secondo cui, con le pazienti anoressiche, un indicatore essenziale della posizione del soggetto anoressico è dato proprio dalla sua incapacità iniziale a credere alla parola del curante rispetto allo stato del suo corpo malato.
Quanto proviene dall’altro, in forma di giudizio o di riferimento al paziente, anche di apprezzamento, in particolare se riguarda l’immagine del corpo, assume per lui una caratterizzazione negativa, alienante, distorta, non di rado quasi ai limite della persecuzione.
Di fatto, la paziente anoressica non crede a quello che l’altro gli dice sulle condizioni del suo corpo, la fiducia nella parola dell’altro appare come compromessa in modo irrimediabile quando riguarda il corpo della paziente.
Un indicatore di mutamento essenziale nel processo terapeutico è costituito proprio dall’instaurarsi della fiducia della paziente rispetto alla parola dell’altro, in particolare quando questa parola verte sullo stato del suo corpo. E’ quanto avviene quando il trattamento è in uno stato avanzato, e la paziente sperimenta oltre che una maggiore fiducia nella parola, anche una riduzione del grado di alterazione dell’immagine del proprio corpo.
Dott. Domenico Cosenza
Dott.ssa Marialaura Ippolito